DOROTHY ARZNER: PIONEER, QUEER, FEMINIST
Ritratto di Dorothy Arzner, una delle registe più innovative e radicali della storia del cinema, che ha segnato la Hollywood degli anni Venti e Trenta con la sua visione unica e il suo approccio provocatorio. Sebbene Arzner non abbia mai rivendicato esplicitamente il termine “femminista”, la sua carriera cinematografica la colloca tra le pioniere del movimento per i diritti delle donne e la rappresentazione di genere nel cinema. Dal 1927 al 1943, Arzner è stata l’unica regista a Hollywood, un’eccezione in un’industria che escludeva la partecipazione attiva delle donne dalla direzione artistica e tecnica. Nei diciannove film da lei diretti, Arzner ha creato eroine complesse e moderne, che non si adattano agli stereotipi di genere, pronte a sfidare le convenzioni sociali per affermare la propria indipendenza e lottare per i propri diritti. I suoi film sono noti per la critica esplicita alle norme sociali e culturali dell’epoca, in particolare riguardo al matrimonio, all’eterosessualità obbligatoria e alla dominazione sessuale degli uomini sulle donne. Anticipando di decenni le teorie sullo sguardo, Arzner ha messo in discussione e sovvertito il “male gaze”, creando personagge che non sono passivi oggetti di desiderio, ma protagoniste attive nelle loro storie, impegnate in battaglie per la loro autonomia e autodeterminazione.
Arzner indossava abiti maschili, simbolo di una ribellione non solo nei confronti delle convenzioni femminili, ma anche delle rigide norme di genere. La sua identità sessuale, apertamente lesbica, ha rappresentato un atto di sfida in un’epoca in cui l’omosessualità femminile era inconcepibile. Arzner è riuscita a rimanere fedele a se stessa e a costruire una carriera di successo.
Attraverso interviste, materiale d’archivio e analisi di vari studiosi, il documentario ripercorre la storia di una regista che ha lasciato un’impronta indelebile nel cinema e nella cultura del XX secolo, creando un’eredità che continua a ispirare le cineaste contemporanee.
The documentary presents a portrait of Dorothy Arzner, one of the most innovative and radical directors in the history of cinema, who left her mark on 1920s and 1930s Hollywood with her unique vision and provocative approach. Although Arzner never explicitly claimed the term “feminist,” her cinematic career places her among the pioneers of the women’s rights movement and gender representation in film. From 1927 to 1943, Arzner was the only female director in Hollywood, an exception in an industry that excluded women from active participation in artistic and technical leadership roles. In the nineteen films she directed, Arzner created complex and modern heroines who defied gender stereotypes, challenged social conventions, asserted their independence, and fought for their rights. Her films are known for their explicit critique of the social and cultural norms of her time, particularly regarding marriage, compulsory heterosexuality, and male sexual domination over women. Decades ahead of theories on the gaze, Arzner questioned and subverted the “male gaze”, creating female characters who are not passive objects of desire, but active protagonists in their stories, fighting for autonomy and self-determination.
Arzner wore masculine clothing, a symbol of her rebellion not only against conventional femininity but also against rigid gender norms. Her openly lesbian identity was an act of defiance in an era when female homosexuality was inconceivable. Arzner managed to remain true to herself while building a successful career.
Through interviews, archival material, and analysis by various scholars, the documentary retraces the story of a director who left an indelible mark on 20th-century cinema and culture, creating a legacy that continues to inspire contemporary female filmmakers.