DELPHINE ET CAROLE. INSOUMUSES

  • Sabato 3 ottobre

    h. 14.30

  • SALA 2

    Nuovo Cinema Aquila

  • Regia di Callisto McNulty, Francia 2019, 70’

    Documentario

Delphine Seyrig (1932-1990), grande attrice francese e stella della Nouvelle Vague, e Carole Roussopoulos (1945-2009), video-pioniera femminista franco-svizzera, sono le protagoniste di questo filmato. Il lavoro rivoluzionario di Roussopoulos ha avuto inizio con una nuova tecnologia: la Portapak, la prima videocamera commercializzata dalla Sony nel 1967, da lei acquistata nel 1969. Attraverso di essa, Roussopoulos ha documentato il femminismo francese negli anni Settanta, in particolare le azioni rivoluzionarie e al contempo provocatorie del Movimento di liberazione femminile. Negli stessi anni Seyrig, che recitava nei film di Truffaut, Demy e Kumel, nel ruolo di donne sottomesse agli uomini oppure di diaboliche femmes fatales, si ribellava agli stereotopi di genere e all’industria cinematografica dominata dagli uomini. Delphine e Carole si sono incontrate nel 1974 e insieme hanno dato vita al collettivo “Insoumuses” (gioco di parole fra donne non sottomesse e Muse) che ha realizzato video sovversivi, militanti, intelligenti e divertenti, e hanno fondato il Centro Audiovisivo Simone de Beauvoir. Alla fine dell’Anno internazionale della donna proclamato dalle Nazioni Unite nel 1975, la televisione francese trasmise un programma intitolato “L’anno della donna: grazie a Dio è finita!”, in cui Françoise Giroud, segretaria di Stato per le donne, rispondeva ad alcune dichiarazioni di uomini francesi, risultando più misogina di loro. Delphine e Carole montarono reazioni e commenti divertenti all’intervista, inserendoli all’interno della registrazione video del programma. Il prodotto finale fu un video paradossale di grande impatto, proiettato nei cinema francesi per più di un mese. Femminismo francese Anni Settanta, due donne simbolo della protesta contro le prospettive maschiliste dell’epoca, insieme a Simone de Beauvoir, Marguerite Duras, Chantal Akerman e tante altre.

In the 1970s, legendary actress Delphine Seyrig could be seen on the big screen as a singing fairy, a lesbian vampire, an ethereal ambassador’s spouse, and a potato-peeling housewife. She was active as a feminist at the same time, which also meant taking the camera into her own hands. Along with Carole Roussopoulos, she was one of the first video activists in France, not only documenting protests by the French women’s movement, but also using the new medium to counter the dominant representation of women on TV and elsewhere with their own images and commentaries. They held video workshops and founded the feminist archive Centre audiovisuel Simone de Beauvoir. Making use of a generous selection of excerpts from feminist works by the video groups “Les Insoumuses” and “Video Out” as well as from talk shows featuring Simone de Beauvoir, Marguerite Duras, and Chantal Akerman among others, this film both writes a chapter in the history of feminism and traces the beginnings of a creative political practice characterised by boldness, humour, and subversion.

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