In presenza della regista
La direttrice della fotografia e regista greca Tzeli Hadjidimitriou si definisce con ironia “una doppia lesbica”, facendo riferimento sia alle sue origini sull’isola di Lesbo sia alla propria identità sessuale. Il documentario offre un quadro intenso, nostalgico e poliedrico del villaggio di Eressos, nell’isola di Lesbo, celebre per essere stato il luogo natale di Saffo. A partire dalla fine degli anni Settanta, Eressos diviene un punto di riferimento per le lesbiche provenienti da tutto il mondo, che rivendicano una simbolica discendenza dalla grandissima poeta della Grecia antica (630 a.C. – 570 a.C ca). Nel corso del tempo, la comunità lesbica di Eressos ha dovuto affrontare ostilità e tensioni con la popolazione locale e la progressiva limitazione degli spazi conquistati dalle donne. I frammenti di Saffo costituiscono il nucleo concettuale del documentario, che riafferma la centralità della memoria e della visibilità nella costruzione di un’identità collettiva. Oltre a raccontare la vicenda di Eressos, Lesvia si articola su due livelli ulteriori: il racconto della vita personale della regista e l’analisi storico-politica del movimento lesbico. Al centro dell’opera vi è il corpo delle donne, e in particolare il corpo lesbico, così come teorizzato da Monique Wittig. Viene rappresentato un mondo “capovolto”, in cui i rapporti tra donne, grazie all’assenza di interdizioni o pericoli, si manifestano alla luce del sole, nella loro forma più pura e radicale, come espressione di libertà e spontaneità. Attraverso l’uso di materiali di archivio, fotografie, video e interviste audio, il film restituisce le esperienze delle donne lesbiche e la storia del villaggio. Le riprese dei paesaggi naturali conferiscono autenticità a un racconto che, pur radicato in una dimensione personale e intima, assume una portata universale. Lesvia vuole essere una lettera d’amore alla comunità lesbica e un’ispirazione per le nuove generazioni.