WILD NIGHTS WITH EMILY
L’immagine popolare di Emily Dickinson, diffusa dopo la morte, è quella di una zitella eccentrica, agorafobica, troppo sensibile per affrontare il mondo e per pubblicare le sue poesie. Nel film, responsabile di questa immagine è l’inaffidabile narratrice Mabel Todd, che racconta la propria versione della storia davanti a un pubblico di signore rapite. Ma Mabel non ha mai passato nessuna notte selvaggia con Emily, anzi, in realtà non l’ha neppure conosciuta. è stata solo l’amante del fratello di Emily, Austin, e ha pubblicato le poesie di lei dopo la morte. Emily è stata dunque conosciuta come una reclusa semplicemente perché non aveva voluto conoscere Mabel. Con sottile ironia il film ristabilisce la verità sulla poeta, esplorando il periodo che va dalla tarda adolescenza fino alla morte: in realtà Dickinson era una lesbica e femminista vivace e irriverente, innamorata dell’amica d’infanzia Susan che pur avendo sposato il fratello di Emily è stata con lei tutta la vita; era consapevole del proprio valore e della novità delle sue poesie, determinata a pubblicarle, nonostante l’incomprensione e i numerosi rifiuti degli editori. La sua musa ispiratrice era Susan, e le poesie scritte da Emily per lei sgorgano all’interno della narrazione in forma calligrafica (sono stati utilizzati i veri manoscritti). Centro assoluto del film è il rapporto fra Emily e Susan, un amore appassionato, profondo e significativo, durato tutta la vita.
Prima italiana.
The poet’s persona, popularized since her death, became that of a reclusive spinster — a delicate wallflower, too sensitive for this world. This film explores her vivacious, irreverent side that was covered up for years — most notably Emily’s lifelong romantic relationship with her sister-in-law. After Emily died, the mistress of Emily’s brother along with editor T.W. Higginson would publish Emily’s poems. Olnek takes every opportunity to showcase Emily’s poetry, that is sprinkled into the film in voiceover and graphic text.